NELLA SOLITUDINE DEI CAMPI DI COTONE
di B. Marie Koltès
Fabbricone di Prato
da mercoledì 1 a domenica 5 aprile
Biglietto ridotto soci IREOS e ARCILESBICA 7 euro
Qualche assaggio di quest’opera di Koltès:
Nella solitudine dei campi di cotone mette in campo, al termine della notte, in un’atmosfera ambigua, due uomini armati soltanto di parole, in palio c’è la vita umana.
In questo testo, il più famoso dell’autore di Metz, due uomini: un cliente – Fulvio Cauteruccio e un dealer – Michele Di Mauro a notte tarda si incontrano per caso. Entrambi fuggiti dalle proprie case, ma non casualmente. Uno di loro dice che ha qualcosa da vendere. L’altro sta al gioco e dice che forse comprerà. Di cosa si tratta? Non si sa, forse l’amore, forse qualche oggetto, forse il tempo, forse il pensiero, forse l’ascolto.
Un dialogo serrato che è una sfida, un allontanarsi, un cacciarsi, un inseguirsi dei due personaggi in labirinti verbali quanto uno scontro fisico. Eppure l’opposizione tra i due sembra nascondere un bisogno di possessione reciproco, qualcosa che li lega indissolubilmente l’un l’altro.
Koltès mette i due prototipi uno di fronte all’altro, consegnando nelle loro mani il futuro della nostra società in dissoluzione. Nella reticenza a manifestare i loro desideri, l’autore disegna le paure e la fame di potere imposta all’uomo fin dalla nascita.
La compagnia Krypton mette in scena il capolavoro di Koltès affogando il palcoscenico con tutto ciò che potremmo trovare a Porta Portese dove i banchi dell’antiquariato si fondono con quelli dei russi e degli zingari. Tutto in scena è utile e nello stesso tempo superfluo alla rappresentazione.
L’opera di Bernard Marie Koltès( giovane drammaturgo francese nato a Metz nel ’48 e morto nell’ 89 a causa dell’aids), segna forse l’evento più importante del teatro mondiale negli anni ottanta.
scrivono di loro:
Cauteruccio e Di Mauro, splendidi nella loro ricerca della reazione allo schifo, cercano dall’inizio un contatto con quel pubblico al quale non risparmiano polvere, schizzi d’acqua sputati all’insù, fiori finti richiesti a fine rappresentazione, ma soprattutto sordide occhiate tanto naturali da far credere di avercela con qualcuno in particolare che si distrae o mostra troppa attenzione al loro abile spaccio di sensazioni. Tanto sporchi quanto asciutti e rigorosi, tanto distanti quanto in sintonia e indispensabili l’uno all’altro per travolgere il pubblico in un tourbillon che li conduce ad un finale dove si apre il mercato e il loro duello, fino ad allora verbale, si concretizza in una sfida all’ultimo inutile prodotto, rigorosamente di marca.
(…)Le cento facce del magistrale Michele Di Mauro e la grinta di un bravissimo Fulvio Cauteruccio si scatenano in novanta minuti d’inventiva, commoventi, aggressivi, sentimentali, sull’onda portante di una colonna sonora che si esalta alle note dell’Opera da tre soldi o di Qui sas, passando a una mostra di frenesie consumistiche, dalla roulette russa ai travestimenti sessuali, prima di un buio finale che potrebbe farne scattare il duello. Una grande serata di teatro dove l’intelligenza convive con l’emozione nel farci scoprire la nostra realtà.”
” Le radici non esistono. Da qualche parte esistono dei luoghi dove ad un certo punto ci si trova bene nella propria pelle. Le mie radici sono nel punto di congiunzione tra la lingua francese e il blues ” B.M.Koltès
Compagnia Teatrale Krypton / Egumteatro
in collaborazione con Mittelfest 2006
con il contributo di Ente Cassa di Risparmio di Firenze
NELLA SOLITUDINE DEI CAMPI DI COTONE
di Bernard-Marie Koltès
traduzione Anna Barbera
regia Annalisa Bianco e Virginio Liberti
scene Horacio De Figueiredo
costumi Marco Caboni
suono Otto Rankerlott
luci Loris Giancola
fonica Cristiano Caria
con Fulvio Cauteruccio e Michele Di Mauro
Per Info:
Gianna Mattei
Teatro Metastasio Stabile della Toscana
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