fonte: Larepubblica.it

Una rassegna cinematografica a tematica omo e transgender cancellata per evitare la reazione violenta dei gruppi di destra. E’ giallo sulla decisione del rettore della Sapienza di non concedere i locali universitari per i film di ‘Queer in Action’. Insorgono i rappresentanti delle comunità lgbtqi, ma Frati assicura: “Nessuna discriminazione, chiedano alla Casa del Cinema”

Nel giorno in cui arriva il sì unanime del consiglio comunale di Roma alla mozione che impegna le istituzioni della capitale “ad adottare iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica verso la cultura delle differenze, la prevenzione e la condanna di atteggiamenti e comportamenti di natura omofobica”, fa discutere e indignare la decisione del rettore della Sapienza Luigi Frati di cancellare una rassegna di cinema gay e transgender ‘Queer in Action’, pare per evitare i ‘disordini’ minacciati dai gruppi universitari di estrema destra.

A raccontare l’episodio, e a smontare la versione ufficiale degli uffici che parla di autorizzazioni mai concesse e ‘questioni logistiche’ insormontabili, è Aurelio Mancuso, esponente della comunità lgbtqi italiana. “La rassegna, patrocinata dalla Provincia di Roma – spiega – è stata cancellata adducendo la possibilità di attacchi omofobi da parte di gruppi dell’estrema destra capitolina. In verità non vi è stato alcun segnale di questo tipo. La rassegna doveva iniziare domani, era stata resa nota da tempo senza che vi siano state reazioni negative. Le associazioni organizzatrici hanno lanciato una raccolta di firme ma non si può accettare che per supposti e infondati timori di attacchi omofobi si cancelli una rassegna cinematografica a tematica lgbtqi: così facendo si fa vincere proprio chi ritiene di doverci discriminare nella nostra dignità”.

La rassegna in programma da domani e per tutto il mese di giugno doveva essere ospitata negli spazi esterni della città universitaria. Gli organizzatori sostengono che da parte del Magnifico Rettore è stata “ritirata l’autorizzazione” perché “prendendo a pretesto una scaramuccia fra ubriachi avvenuta poche sere fa durante una delle feste degli studenti, ha sospeso la rassegna per motivi di ‘sicurezza’ e per il timore di aggressioni omofobe all’interno dell’università”. La delusione è tanta; un nuovo colpo dopo dopo l’ennesima aggressione a un ragazzo gay avvenuta solo una settimana fa a Roma. “Abbiamo sempre immaginato la Sapienza – affermano i promotori – come uno fra i centri culturali più ferventi del paese, e abbiamo sempre visto il sapere come arma d’eccellenza contro la violenza xenofoba, razzista, omo e trans-fobica. Tale rifiuto legittima questa cultura discriminante e dimostra anzi che essa ha già vinto, riuscendo nel suo intento di toglierci quegli spazi di visibilità che con tanta fatica avevamo conquistato”. “Noi ci appelliamo direttamente al rettore e al senato accademico perché tornino sui loro passi e permettano lo svolgersi della rassegna Queer in Action nei modi e nei tempi che erano stati previsti”. ”

Diverso il parere del Rettore Luigi Frati, che non vuol sentire parlare di discriminazione: “Se vado a casa di qualcuno chiedo il permesso”, dice. “Io non ho mai autorizzato questa manifestazione, non ho cambiato idea. Oltretutto è un’associazione non universitaria e mi pongono un problema: aprire l’ateneo anche agli estranei. Per farlo il senato accademico si deve esprimere. Visto che è una rassegna cinematografica, chiedano la Casa del Cinema”. “Non sono un ente commerciale – precisa – né sono Piazza Navona o Piazza del Popolo. Nessuna intolleranza o discriminazione nei confronti dei gay. Domani incontrerò il senato accademico che si pronuncerà in via generale su quali sono i presupposti e le condizioni per concede autorizzazioni agli esterni”.

Nonostante la precisazione, le reazioni non si sono fatte attendere. Gianluca Peciola, consigliere provinciale di Sinistra, Ecologia e Libertà e coordinatore del Gruppo federato della sinistra in Provincia, chiede “l’intervento immediato” del sindaco Alemanno, mentre la presidente del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, Rossana Praitano, va giù dura. “Ci lascia allibiti la motivazione della cancellazione della rassegna. E’assurdo che siamo noi a dover ricordare al magnifico rettore che compito dell’università è affrontare i problemi e non rimuoverli”.